Cito con gioia parte dell’ ultima  newsletter del geniale amico Beppe Carletti, che gestisce con competenza e passione la libreria Trebisonda nel quartiere di San Salvario a Torino, che vi invitiamo caldamente a visitare se mai capiterete da quelle parti:

Cari amici,

non solo non ci sono più le mezze stagioni, sapete, ma neanche i vecchi librai di una volta, quelli che consigliavano i libri e che magari leggevano persino i libri che consigliavano. Adesso no, i vecchi librai di una volta, tenutari delle vecchie librerie di una volta, buie, polverose, con scaffalatura a tutta parete di legno vero, quel legno che per un po’ di anni piange ancora resina e manda un odore, sì, un odore come di vecchia libreria, di quelle vecchie librerie di una volta che ora son sparite e si sono portate dietro i vecchi librai di una volta, che anche loro piangevano: ma non resina, lacrime, per l’impegno che mettevano a leggere al buio tutti i libri della loro vecchia libreria di una volta, o magari solo perché era fine mese e arrivavano le fatture da pagare.

Comunque tutte queste cose non esistono più, inutile scriverne, i vecchi librai di una volta appartengono allo stesso mondo perduto in cui era tutta campagna, c’erano democristiani onesti, si faceva il bagno nei fiumi senza dover sfidare a crawl una pantegana olimpica. O forse seguendo il corso di questi fiumi, che passano attraverso le campagne quand’è mezza stagione, s’incontrano gli ultimi vecchi librai di una volta, intenti a consigliare un buon romanzo a un olmo.

Così mi ha detto stamattina, più o meno, un signore che molti anni fa era stato un giovane vecchio libraio di una volta. Nessuno consiglia più i libri, mi ha detto, appena dopo che gli ho consigliato un libro (Grazie per il fuoco di Mario Benedetti, per inciso).
“No, siete voi che non chiedete più consigli”, mi è uscito di bocca a mo’ di risposta. Poi ci ho pensato per qualche secondo e mi son convinto che è vero: buona parte dei clienti passa in libreria col piglio di un cacciabombardiere in missione: entra, punta un libro e lo prende. E quindi questa newsletter, che doveva parlare di tutt’altro, è un appello: lettori, chiedete consigli al libraio. Che altrimenti è costretto a chiacchierare con gli olmi.