Le azioni dei terroristi del Gruppo Stato islamico e l’instabilità del Medio Oriente derivano anche dalle scelte fatte dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei a partire dal marzo 2003, quando il presidente Usa George W. Bush ordinò l’attacco all’Iraq di Saddam Hussein, accusato di possedere armi nucleari, chimiche e biologiche. Armi mai trovate dagli ispettori Onu. Un intervento che si sta ritorcendo contro chi l’ha attuato.
È la tesi che padre Jean-Marie Benjamin, autore del libro Iraq – L’effetto boomerang (Editori Riuniti, 2015), argomenterà martedì 19 aprile (ore 20,30 in Vicolo Pozzo, 1 sala Africa dei missionari comboniani), sollecitato dalle domande di Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta.
Padre Jean-Marie Benjamin, già funzionario Onu e presidente del “Benjamin Committee for Iraq”, è impegnato dal 1997 nella denuncia della tragica situazione del popolo iracheno. Le sue analisi tirano in ballo anche il ruolo dei servizi segreti francesi nella costruzione delle accuse contro Saddam Hussein e forniscono una lettura di ciò che è avvenuto in Vaticano durante la visita, il 13 febbraio 2003, di Tareq Aziz vice primo ministro iracheno.
L’incontro, organizzato dalla Fondazione Nigrizia onlus e dal Movimento Nonviolento, è moderato da padre Venanzio Milani, responsabile della Fondazione Nigrizia onlus.