Martedi’ 17 settembre alle 21 vi aspettiamo nello splendido spazio di Corte Dogana per la presentazione di “A Pamplona con Hemingway” (Giulio Perone editore) di Giuliano Malatesta, che ne parlerà con la brillante Gaia Guarienti .
A metà tra memoir e reportage il libro di Giuliano Malatesta ripercorre la lunga relazione di Hemingway con Pamplona, dove lo scrittore americano si recò ben nove volte nell’arco della sua vita, quasi a disegnare un’ideale biografia.Per descrivere la straordinaria fascinazione che Hemingway ebbe per la Spagna si potrebbe partire da una definizione di Leonardo Sciascia: “un modo di essere” ancor prima che una nazione. E poi andare oltre, raccontando l’ossessione dello scrittore americano verso la morte, la passione per la pittura cubista, molto simile al suo modo di intendere la scrittura, quella per la corrida naturalmente, “la cosa più bella che abbia mai visto”, fino a ripercorrere la sua genuina esaltazione per la “Spagna eterna”. La Spagna fu per Hemingway una vocazione più che una destinazione. E se Madrid svolse sempre il ruolo della città trasgressiva, “dove nessuno va a letto prima di aver ucciso la notte”, Pamplona, con la sua folle festa di San Fermín, rappresentò il suo luogo feticcio, il rifugio dove sentirsi perennemente bambino, anche quando la realtà faceva presagire l’arrivo dei primi fantasmi.