E’ una lunga storia , ma tutti gli eventi che mi hanno infine portato a cambiare vita e rilevare questa libreria di viaggi sono nati con un viaggio in Myanmar \ Burma nel lontano 1994 nell’ unico viaggio di gruppo fatto nella mia vita , coordinato da Marco Cavallini.
Marco ( il cui sito www.marcocavallini.it è una chicca per tutti gli appassionati di viaggio, libri, cinema foto etc etc) è tornato recentemente in quello splendido e martoriato paese ed ha pubblicato sul suo blog queste impressioni che mi ha autorizzato a condividere con voi:
L’anno scorso durante un incontro con un sindalista birmano in esilio ebbi una lunga discussione sul boicottaggio del turismo in Myanmar, cosa su cui non mi trovavo assolutamente d’accordo in quanto la storia dimostra che solo l’apertura al turismo ha permesso l’emergere di un’opinione pubblica a conoscenza del problema del Tibet, però non potevo che dare maggior ascolto a chi lì ci vive. Certo il turismo rappresenta una voce del bilancio del famigerato regime che comanda il Myanmar con il pugno di ferro (repressione, torture, lavori forzati, traffici illeciti, corruzione altissima, ecc.ecc.) ma a mio parere non è certo una delle voci più importanti di un bilancio in cui trovano una posizione ben più importante gas naturali, rubini, legno pregiato, eroina, ecc.ecc. materiali di cui si servono anche ben note aziende italiane. Torno in questo paese dopo 14 anni in cui avevo sempre avuto il desiderio di rivisitare questa magnifica terra e l’interesse era aumentato dopo i drammatici episodi dell’anno scorso. Certo non è facile capire cosa è successo , non si possono certe fare domande liberamente ma le occasioni per capire qualcosa arrivano, l’importante è non mettere mai in pericolo l’interlocutore. I monaci hanno subito una repressione durissima, molti sono stati spediti in galera e probabilmente sottoposti a torture e utilizzati nei lavori forzati (uno dei motivi per cui stare attenti alla scelta degli hotel ed evitare con accuratezza i campi da golf, che sembrano tutti costruiti con questo metodo economicamente risparmioso ed eticamente criminoso), i più fortunati sono stati rispediti ai villaggi natii o vagano solitari per le città con alcuni evidenti segni di percossa e lo sguardo triste e deluso (le città implicate nella “famosa” ribellione dei monaci sono state in particolare Yangon, Mandalay e la regione del Rakhine); in alcuni monasteri importanti l’esercito ha fatto irruzione la notte distruggendo e picchiando ma soprattutto nascondendo giornali pornografici, preservativi e anticoncezionali per una successiva perquisizione della polizia che cercava così di convincere la gente che questi non erano veri monaci, e per concludere adesso c’è il forte sospetto che ci siano un sacco di infiltrati sotto le rosse vesti dei monaci. Oltre alla protesta dei monaci con successiva repressione che tutto il mondo ha potuto seguire per qualche giorno, niente si sa di massacri periodici come quello avvenuto in un paesino vicino a Mandalay mentre stava passando in mezzo alla gente una donna esponente del partito di opposizione, occasione per un improvviso attacco dell’esercito che secondo l’opposizione ha causato circa 400 morti e secondo il governo solo tre feriti, ma testimoni oculari raccontano di poliziotti e militari impegnati per ore a razziare vestiti, oggetti e motorini tra i corpi delle vittime … come sapere se questa notizia è più o meno vera, non c’è possibilità ma la sensazione di essere molto vicini alla verità è decisamente forte. ……… ….. Approfitto della mia visita birmana per portare due sacchi di medicinali ad una persona che già conoscevo e che sicuramente ne farà un ottimo uso, gli portiamo anche dei soldi ma è meglio per lui nasconderli da un amico prima di tornare al villaggio, lungo la strada passerebbe da almeno 6 check-point e la possibilità di vedersi sequestrare i soldi sarebbe decisamente molto alta. La gente è adesso ad uno stato di povertà notevole, tantissime le persone che vivono e dormono per strada, le rive dell’Irrawaddy assomigliano a delle baraccopoli e non manca di vedere scene cittadine di bambini piccolissimi che si arrangiano per sopravvivere … il governo non ha un piano economico malgrado sul giornale di regime siano sempre riportati in bella vista i 12 punti nevralgici dello pseudo programma e quindi le possibilità di sviluppo sono pochissime, questo fa preoccupare anche perchè non mancano i conflitti etnici con ben 10 gruppi armati che fronteggiano il governo, tanta voglia di vendetta nelle classi più povere e malfamate per cui un’eventuale improvviso crollo del governo potrebbe lasciare il posto ad un conflitto sul tipo yugoslavo, questo è uno dei motivi per cui i più moderati sperano in una crescita economica precedente ad un cambio di potere, cosa che però non sembra di facile accadimento. La zona shan è molto militarizzata malgrado da anni tenga una tregua tra questa numerosa minoranza e il governo, però tutte le famiglie con due maschi ne danno uno all’esercito shan che rifiuta di amalgamarsi in quello ufficiale, il famigerato Tatmadaw, ed è sempre pronto ad un eventuale conflitto, grazie anche alle armi provenienti dal vicino confine cinese. Nella zona di Taungyy mi capita di vedere un immenso complesso carcerario in cui pare soggiornino 3000 prigionieri politici, una cifra assurda e inverificabile. Lungo le poche strade accessibili anche ai turisti non mancano i tanti check-point, e spesso l’autista passa senza fermarsi ma sporgendo dal finestrino l’immancabile banconota. Molte sono le nuove zone aperte al turismo ma non mancano grosse difficoltà per gli spostamenti … tanti i divieti per trasferimenti terrestri, quindi bisogna affidarsi agli aerei con voli interni spesso cancellati all’ultimo secondo o anticipati o posticipati per cui non mi manca di incontrare turisti bloccati da giorni nello stesso posto, il tutto malgrado il fatto che il turismo sia ripreso da pochi mesi e conti pochissime unità. Se ci fosse un milione di turisti che visita il Myanmar come farebbe il governo a controllare, come potrebbe non esserci un’influenza culturale verso la popolazione? Nel frattempo la grande mamma Cina fa i suoi interessi e porta avanti l’importante progetto di un oleodotto in territorio birmano che farebbe sì che per il suo approvvigionamento energetico non abbia più bisogno di pagare tasse a Singapore o alla Malesia o ad altri paesi. Solo nei grandi alberghi ogni tanto è possibile vedere CNN o BBC, gli internet cafè funzionano anche se spesso con lentezza ma è impossibile l’accesso a molti siti, tutti bloccati i blog … ma in tutti i bar è possibile seguire il calcio, in particolare quello inglese, agli incroci i ragazzini che vendono quotidiani concedono tre scelte ma sono tre diversi magazine calcistici, l’oppio dei popoli è sempre molto utile! ………
….. Inutile dirlo, il mio consiglio è quello di andare in Myanmar, di utilizzare soprattutto privati e di non organizzare tutto con le agenzie turistiche, spesso in joint venture con il governo così da creare il più indotto possibile, come ho fatto io organizzando un viaggio per Avventure nel mondo, e adesso il mio obbiettivo è di tornarci ancora magari per un Burma tribale, un viaggio che mi consenta finalmente di visitare Mrauk-U ma anche di camminare tra le tante interessantissime etnie di questo favoloso e sfortunato paese. Ho cercato di fare due passi in University Road davanti alla casa di Aung San Suu Kie ma per gli occidentali è impossibile e inoltre davanti alla casa stazionano due mezzi della Croce Rossa, ma sono pieni zeppi di militari armati e non di infermierine!
Tra le curiosità ho notato uno smisurato uso di elmetti tedeschi con tanto di svastica al posto dei caschi, ma considerando che molti non sanno nemmeno che gli americani sono sbarcati sulla luna, è solo un caso, o meglio c’è qualcuno che sfrutta l’ignoranza per fare commerci e vendere caschi inutili in caso di incidente. Vanno sempre di moda i grilli, piatto prelibatissimo. E tornando al tema turistico tanti sono i posti di grande interesse e bellezza che possono essere una buona motivazione per visitare questo meraviglioso paese, dimenticandosi che spesso si pagano dollari di admission fee rendendo impossibile il non sovvenzionamento del governo ma è anche impossibile non comprare qualche oggetto dalle simpatiche bambine che stazionano attorno ai templi, per cui famiglie sopravvivono dignitosamente grazie proprio al turismo. Come dimenticare la sensazione di camminare in silenzio tra gli stupa di Kakku pur assorbiti nel tinntinnio eterno delle tante campanelle. No, io resto contro il boicottaggio turistico che serve solo a rafforzare un sistema già chiuso! Però consiglio fortemente prima di partire di informarsi bene e di ragionare leggendosi tutto il capitolo sulle ragioni del boicottaggio o meno su una guida importante come quella pubblicata dalla Lonely Planet.