Martedì 7 maggio 2024 alle  17 al Museo  di Storia Naturale di Verona ( Lungadige Porta Vittoria 9 ) presentazione di  :

 “Alberodonti d’Italia. Cento capolavori della natura “ (Gribaudo editore)

di e con Tiziano Fratus, il più famoso alberologo italiano  che dialogherà con Gaia Guarienti  

Organizzata  in collaborazione con Giardini Aperti Verona e il Museo di Storia Naturale di Verona, in preparazione della quinta edizione di Giardini Aperti a Veronetta e oltre, 25-26 maggio 2024

Il Libro

Voce del verbo alberare: memorie terrestri incise nel legno. In questo libro riccamente illustrato l’autore ha nuovamente attraversato le regioni d’Italia per incontrare e documentare grandi alberi segnati dal tempo, chiamati affettuosamente “alberodonti, grandi alberi d’Italia che portano inciso sulla corteccia il trascorrere del tempo”. Il libro è un viaggio atipico intriso di poesia e avventura, natura e grandi sogni intarsiati in legno e foglie, dove ogni albero è un incontro e ogni incontro è un’epifania.

In un’intervista a “La Repubblica”, l’autore afferma: “Alberodonte è dunque una parola d’amore, una fantasia, un gioco, ma anche l’indicazione di un mistero che viaggia nel tempo, nelle epoche, e noi lo possiamo sfiorare”.

 L’ Autore 

Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) abita in una casa di fronte al bosco. Buddista agreste e nomade editoriale, ha pellegrinato in foreste maestose, meditando nei tronchi cavi delle grandi sequoie californiane quanto dei castagni e degli ulivi monumentali, ha attraversato riserve naturali, parchi storici, orti botanici e coniato concetti quali Homo Radix, Silva itinerans e Dendrosofia, dei quali ha scritto per quotidiani e periodici.

In vent’anni di dedizione alla scrittura, Fratus ha pubblicato oltre quaranta titoli tra i quali ricordiamo “Manuale del perfetto cercatore di alberi” (Feltrinelli) e “Alberi millenari d’Italia” (Gribaudo )

«Una delle voci più originali del nature writing in Italia, Tiziano Fratus è anche qualcosa di più: è un poeta radicale, un cercatore d’alberi, un filosofo che pensa e trova i suoi pensieri nei boschi. La sua dendrosofia è l’augurio di una saggezza arborea in cui tutto dialoga con tutto: radici, foglie, uccelli, insetti, suoni, umori, tempo»

Serenella Iovino, Università della North Carolina Chapel Hill

«Tra corteccia e carta, si allarga la mappa del poeta agreste buddhista, il destino dell’uomo è tracciato, tra acqua, terra e aria, in un rapido giro di versi che produce piacevoli vertigini: “Pensa alle balene nel granitico blu profondo, / pensa a tutte le schegge che ti trafiggono, / pensa a quanto piccolo mondo sei riuscito / a sollevare con le tue fragili ali scadute»

Luca Mastrantonio, 7 del Corriere della Sera

«Una poesia narrante, dotata di gambe, che cammina nel paesaggio e, al tempo stesso, si fa paesaggio, si fa ascolto e racconto. Il mondo di Fratus è un mondo di boschi che addentano al collo i monti, di semi filosofi, di gatti che nascono nelle noci, di soffioni e amarene, di volpi solitarie e fili d’erba, di acqua buona e foreste silenziose […] La sua voce, silvanamente ruvida, ha radici nel silenzio e coltiva una poesia colloquiale che spesso s’interroga e interroga» Gian Luca Favetto, La Repubblica

                 INGRESSO LIBERO SINO AD ESAURIMENTO POSTI