Vi aspettiamo venerdi’ 27 gennaio  alle 20,30  al Museo Africano di Vicolo Pozzo  1 , con ampio parcheggio gratuito e SENZA necessità di prenotazione per presentarvi “ L’Avventuriero” ( Neri Pozza ), probabilmente il miglior libro italiano di viaggi uscito negli ultimi mesi .

L’ autore Gianni Dubbini Venier, in compagnia della fotografa Angelica Kaufmann dialogheranno con la giornalista Alice Martini sul loro viaggio tra Turchia, Armenia e Persia sulle tracce delle peregrinazioni seicentesche del veneziano Nicolo’ Manucci. Reportage, ricerca storica, viaggio di formazione: un itinerario oggi irripetibile in  un libro che ha già suscitato il plauso di Alberto Angela e William Darlymple (e del vostro libraio).

Venezia, Novembre 1653. Nicolò Manucci sale a bordo di un veliero pronto a salpare e si nasconde tra i sacchi delle provviste. Il vascello lascia a poppa le luci notturne di Palazzo Ducale. Destinazione: l’ignoto. Nel Seicento, Venezia rimaneva, assieme a Lisbona, Amsterdam e Londra, una delle
principali porte europee verso le sconfinate terre dell’Asia. Da lì partivano mercanti, ambasciatori,
consoli, cartografi, navigatori e spie. Nicolò Ma nucci non era però nessuno di questi. Aveva 14
anni, era di umili origini ed era appena scappato di casa. A bordo di quella nave il ragazzo venne reclutato da un aristocratico inglese con un braccio solo:Lord Bellomont. L’antesignano agente segreto di
Sua Maestà britannica stava svolgendo una delicatamissione diplomatica alla corte di Persia. Una volta
approdati nel porto ottomano di Smirne, la destinazione dei due avventurieri sarebbe diventata
Isfahan, la capitale dell’impero safavide. Isfahan all’epoca veniva soprannominata in persiano                       “nisf-ijahan”: “la metà del mondo”. Per arrivare nella“metà del mondo” Manucci e Lord Bellomont avrebbero dovuto attraversare in carovana la Turchia, l’Armenia e gli sconfinati altopiani desertici
dell’Iran.
Tre secoli dopo, tra l’estate del 2015 e l’inverno del 2016, l’autore si è messo sulle tracce di Manucci
insieme alla fotografa Angelica Kaufmann (della quale il libro contiene le immagini), dopo aver
ricostruito le sue avventure negli archivi di mezza Europa. Il viaggio procede da Venezia a Smirne allo
stretto di Hormuz, più di 5.000 chilometri via terra, un lungo e impervio tragitto attraverso le frontiere
militarizzate delle più instabili regioni del pianeta.
Il libro è allo stesso tempo un reportage e una ricerca storica, ma anche un viaggio di formazione,
attraverso le geografie culturali più complesse e affascinanti della nostra contemporaneità: un viaggio
oggi irripetibile